Disney torna al centro delle polemiche per l’ennesimo reboot live action. Stavolta si tratta di Biancaneve, in lavorazione in Inghilterra fino all’inizio dello sciopero degli attori. A far indignare una buona fetta di fan stavolta sono le foto dei Sette Nani che, a giudicare da quanto visto finora, avrebbero subito un radicale cambiamento in direzione della diversità. Al posto dei tradizionali nani vediamo creature magiche di vario sesso, etnia e taglia, scelta che ha fatto insorgere i tradizionalisti.
La nuova rilettura di Biancaneve e i sette nani, diretta dal regista di Paddington Paul King, vede protagonista l’ispanica Rachel Zegler nel ruolo della principessa della fiaba mentre Gal Gadot interpreta la matrigna cattiva. Le foto dal set di Zegler, ma soprattutto dei Sette Nani in una versione inedita, scattate nei dintorni di Bedfordshire, Inghilterra, hanno suscitato una veemente protesta sui social che segue quelle per il cambio di etnia de La sirenetta e della Fata Campanellino in Peter Pan & Wendy.
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Perché queste libertà nella caratterizzazione dei personaggi e queste Eventuali variazioni a una trama tradizionale sono anche una delle poche componenti sulle quali si può liberare l’estro artistico di registi e sceneggiatori. Ma veramente dobbiamo per forza sorbirci la versione cinematografica di un cartone animato di 70 anni fa? Oltretutto, Biancaneve è un cartone eccezionale con delle trovate sceniche interessantissime, ma dal punto di vista della trama si tratta pur sempre di una fiaba tardomedievale cristallizzata in una versione ottocentesca e il capolavoro Disney è comunque un prodotto di animazione per bambini di 70 anni fa, mentre oggi c’è bisogno di trame, stimoli e caratterizzazione diverse.
Ma quindi, visto c’è bisogno di trame, stimoli e caratterizzazione diverse… Perché non creare un nuovo prodotto? Perché fanno comodo i brand già collaudati?
Il problema è che il nuovo nuovo è sempre un rischio, mentre i reboot garantiscono sempre un pubblico minimo